A tal fine sosteniamo dal 2007 un progetto di lungo termine dell’Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica (FiBL) finalizzato a definire quali metodi di coltivazione siano migliori in una prospettiva di lungo periodo. Dai primi risultati ottenuti in India emerge che non esistono differenze a livello di rendimento tra la coltivazione bio del cotone e quella convenzionale che utilizza sementi geneticamente modificate, ma la prima comporta un rischio nettamente inferiore per i coltivatori: il cotone bio non richiede l'utilizzo di fertilizzanti chimici, pesticidi e sementi OGM, articoli estremamente costosi per i quali i coltivatori spesso si indebitano. I raccolti sono inoltre maggiormente resistenti e meno influenzabili dalle condizioni atmosferiche. (Foto: FiBL)